CARLOTTA E MARCO
AT HOME, 06.11.20
Carlotta Fortuna e Marco Brambilla, entrambi architetti, hanno seguito percorsi diversi e complementari: lei ha esteso i suoi studi all’arte visiva e si occupa di textile design, lui è partner di un importante studio di architettura. Siamo andati a trovarli nel loro appartamento di Milano, all’ultimo piano di un edificio degli anni ‘60.
“Per noi è come uno sfondo che si rinnova continuamente dove si stratificano elementi provenienti dalla tradizione milanese, influenze scandinave e suggestioni orientali.”
Vicino alla finestra un grande ficus che fa parte della famiglia di Carlotta da più di 40 anni: “Prima era negli uffici dell’azienda di famiglia, poi ha iniziato a crescere troppo raggiungendo quasi i tre metri di altezza e mia zia l’ha portato a casa. Alla fine me lo ha regalato, e lo abbiamo messo qui, in uno dei punti più luminosi dell’appartamento”.
Il ficus è una pianta nota per presentare foglie che cambiano continuamente dimensione, forma e posizione; una propensione al cambiamento che condivide con chi se ne prende cura.
“Continuiamo ad aggiungere, a togliere e a spostare in base a come arriva la luce dalle ampie vetrate: in un certo senso tutti i mobili e gli oggetti sono nomadi.”
Al piano di sopra Marco ha voluto ricavare una nicchia di ispirazione nipponica, dove pensare e riposare. Per salire c’è uno tronco di legno di noce, lo stesso di cui è fatto anche il soffitto. “È un legno dalle sfumature molto particolari, diventa sempre più omogeneo con il tempo. Era un materiale già presente in casa e noi abbiamo voluto mantenerlo e valorizzarlo. Ci comunica un senso di benessere.”
Nella casa di Carlotta e Marco i libri sono ovunque: in cucina, in salotto, nello studio, in camera da letto. La loro presenza discreta ma diffusa racconta due persone curiose e appassionate. Molti sono i volumi sul tessile, sulle tecniche di lavorazione dei filati e sulla psicologia del colore.
La passione per il tessile e quella per i viaggi si ritrovano nei molti manufatti realizzati attraverso tecniche tradizionali: dall’antico tappeto rosso realizzato su un piccolo telaio manuale in Uzbekistan, ai cuscini tessuti a pibiones, una tecnica di tessitura a grani tipica della Sardegna.
“I progetti nascono tutti in momenti conviviali, tra la cucina e il tavolo da pranzo.”
“Abbiamo ripreso il progetto originario della casa, ma continuamo a cambiare layout: è diventato un gioco”. La cucina Convivium, disegnata da Antonio Citterio per Arclinea nel 2002, diventa un laboratorio di idee. “L’abbiamo scelta interamente in acciaio perché ci piace come dialoga con gli altri materiali della casa: dal pavimento in calce, al legno del soffitto, passando per il vetro del piccolo tavolo e della vetrate. È un materiale ecologico e resistente, dall’estetica moderna”.
In cucina, fra stoviglie, frutti non ancora maturi e una torta appena sfornata, ci sono due quadri. Il primo, realizzato da Carlotta, è una foglia dipinta con pigmenti verdi estratti dai vegetali, realizzato su una base di gesso inciso. “Dipingo con un olio senza trementina, e il risultato è un colore instabile, che cambia continuamente il tempo”.
“Abbiamo scelto l'acciaio perché ci piace come dialoga con gli altri materiali della casa. È un materiale ecologico e resistente, dall'estetica moderna.”